Pagina:Boccaccio - Decameron II.djvu/144

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138 giornata ottava

La notte, dopo molta e lunga dimoranza, s’avvicinò al dí e cominciò l’alba ad apparire; per la qual cosa la fante, dalla donna ammaestrata, scesa giú, aperse la corte, e mostrando d’aver compassion di costui, disse: — Mala ventura possa egli avere che iersera ci venne! Egli n’ha tutta notte tenute in bistento, e te ha fatto agghiacciare: ma sai che? Portalti in pace, ché quello che stanotte non è potuto essere, sará un’altra volta; so io bene che cosa non potrebbe essere avvenuta che tanto fosse dispiaciuta a madonna. — Lo scolare sdegnoso, sí come savio il qual sapeva niuna altra cosa le minacce essere che arme del minacciato, serrò dentro al petto suo ciò che la non temperata volontá s’ingegnava di mandar fuori, e con voce sommessa, senza punto mostrarsi crucciato, disse: — Nel vero io ho avuta la piggior notte che io avessi mai, ma bene ho conosciuto che di ciò non ha la donna alcuna colpa, per ciò che essa medesima, sí come pietosa di me, infin qua giú venne a scusar sé ed a confortar me: e come tu di’, quello che stanotte non è stato, sará un’altra volta; raccomandalemi e fátti con Dio. — E quasi tutto rattrappato, come poté, a casa sua se ne tornò, dove, essendo stanco e di sonno morendo, sopra il letto si gittò a dormire, donde tutto quasi perduto delle braccia e delle gambe si destò; per che, mandato per alcun medico e dettogli il freddo che avuto avea, alla sua salute fe’ provvedere. Li medici, con grandissimi argomenti e con presti aiutandolo, appena dopo alquanto di tempo il poterono de’ nervi guerire e far sí che si distendessero; e se non fosse che egli era giovane e sopravveniva il caldo, egli avrebbe avuto troppo da sostenere: ma ritornato sano e fresco, dentro il suo odio serbando, vie piú che mai si mostrava innamorato della vedova sua. Ora, avvenne, dopo certo spazio di tempo, che la fortuna apparecchiò caso da poter lo scolare al suo disidèro sodisfare. Per ciò che, essendosi il giovane che dalla vedova era amato, non avendo alcun riguardo all’amor da lei portatogli, innamorato d’un’altra donna, e non volendo né poco né molto dire né fare cosa che a lei fosse a piacere, essa in lagrime ed in amaritudine si consumava: ma la sua fante, la