Pagina:Boccaccio - Decameron II.djvu/157

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novella settima 151

verrá; e tanta acqua avrai da me a sollenamento del tuo caldo, quanto fuoco io ebbi da te ad alleggiamento del mio freddo. Di tanto mi dolgo forte, che la ’nfermitá del mio freddo col caldo del letame puzzolente si convenne curare, ove quella del tuo caldo col freddo dell’odorifera acqua rosa si curerá; e dove io per perdere i nervi e la persona fui, tu, da questo caldo scorticata, non altramenti rimarrai bella che faccia la serpe lasciando il vecchio cuoio. — O misera me! — disse la donna — queste bellezze in cosí fatta guisa acquistate déa Iddio a quelle persone che mal mi vogliono; ma tu, piú crudele che ogni altra fiera, come hai potuto sofferire di straziarmi a questa maniera? Che piú doveva io aspettar da te o da alcuno altro, se io tutto il tuo parentado sotto crudelissimi tormenti avessi uccisi? Certo io non so qual maggior crudeltá si fosse potuta usare in un traditore che tutta una cittá avesse messa ad uccisione, che quella alla qual tu m’hai posta a farmi arrostire al sole e manicare alle mosche: ed oltre a questo, non un bicchier d’acqua volermi dare, che a’ micidiali dannati dalla ragione, andando essi alla morte, è dato ber molte volte del vino, pur che essi ne domandino. Ora ecco, poscia che io veggio te star fermo nella tua acerba crudeltá, né poterti la mia passione in parte alcuna muovere, con pazienza mi disporrò alla morte ricevere, acciò che Iddio abbia misericordia dell’anima mia, il quale io priego che con giusti occhi questa tua operazion riguardi. — E queste parole dette, si trasse con gravosa sua pena verso il mezzo del battuto, disperandosi di dovere da cosí ardente caldo campare; e non una volta ma mille, oltre agli altri suoi dolori, credette di sete spasimare, tuttavia piagnendo forte e della sua sciagura dolendosi. Ma essendo giá vespro e parendo allo scolare avere assai fatto, fatti prendere i panni di lei ed inviluppare nel mantello del fante, verso la casa della misera donna se n’andò, e quivi sconsolata e trista e senza consiglio la fante di lei trovò sopra la porta sedersi; alla quale egli disse: — Buona femina, che è della donna tua? — A cui la fante rispose: — Messere, io non so; io mi credeva stamane trovarla nel letto dove iersera me