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256 giornata decima

n’eran che lei avrebbon detto colei che ella era, se lei per morta non avessero avuta: ma sopra tutti la riguardava Niccoluccio. Il quale, essendosi alquanto partito il cavaliere, sí come colui che ardeva di sapere chi ella fosse, non potendosene tenere, la domandò se bolognese fosse o forestiera. La donna, sentendosi al suo marito domandare, con fatica di risponder si tenne: ma pur per servare l’ordine postole, tacque. Alcuno altro la domandò se suo era quel figlioletto, ed alcuno se moglie fosse di messer Gentile o in altra maniera sua parente; a’ quali niuna risposta fece. Ma sopravvegnendo messer Gentile, disse alcun de’ suoi forestieri: — Messer, bella cosa è questa vostra, ma ella ne par mutola: è ella cosí? — Signori, — disse messer Gentile — il non avere ella al presente parlato è non piccolo argomento della sua vertú. — Diteci adunque voi — seguitò colui — chi ella è. — Disse il cavaliere: — Questo farò io volentieri, sol che voi mi promettiate, per cosa che io dica, niuno doversi muovere del luogo suo infino a tanto che io non ho la mia novella finita. — Al quale avendol promesso ciascuno, ed essendo giá levate le tavole, messer Gentile, allato alla donna sedendo, disse: — Signori, questa donna è quel leale e fedel servo del quale io poco avanti vi fe’ la domanda; la quale da’ suoi poco avuta cara, e cosí come vile e piú non utile nel mezzo della strada gittata, da me fu ricolta e con la mia sollecitudine ed opera delle mani la trassi alla morte: ed Iddio, alla mia buona affezion riguardando, di corpo spaventevole cosí bella divenir me l’ha fatta. Ma acciò che voi piú apertamente intendiate come questo avvenuto mi sia, brievemente vel farò chiaro. — E cominciatosi dal suo innamorarsi di lei, ciò che avvenuto era infino allora distintamente narrò con gran maraviglia degli ascoltanti, e poi soggiunse: — Per le quali cose, se mutata non avete sentenza da poco in qua, e Niccoluccio spezialmente, questa donna meritamente è mia, né alcuno con giusto titolo la mi può raddomandare. — A questo niun rispose, anzi tutti attendevan quello che egli piú avanti dovesse dire. Niccoluccio e gli altri che v’erano e la donna di compassion lagrimavano: ma messer Gentile, levatosi in piè e preso nelle sue braccia il