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Pagina:Boccaccio - Decameron II.djvu/92

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86 giornata settima

t’avrò per uno scioccone. Che gloria ti può egli esser maggiore, che una cosí fatta donna, cosí bella, cosí gentile, te sopra ogni altra cosa ami? Appresso questo, quanto ti puo’ tu conoscere alla fortuna obligato, pensando che ella t’abbia parata dinanzi cosí fatta cosa ed a’ disidèri della tua giovanezza atta, ed ancora un cosí fatto rifugio a’ tuoi bisogni! Qual tuo pari conosci tu che per via di diletto meglio stea che starai tu, se tu sarai savio? Quale altro troverai tu che in armi, in cavalli, in robe ed in denari possa star come tu starai, volendo il tuo amor concedere a costei? Apri adunque l’animo alle mie parole ed in te ritorna; ricòrdati che una volta senza piú suole avvenire che la fortuna si fa altrui incontro col viso lieto e col grembo aperto; la quale chi allora non sa ricevere, poi trovandosi povero e mendico, di sé e non di lei s’ha a ramaricare. Ed oltre a questo, non si vuol quella lealtá tra servidori usare e signori, che tra gli amici e parenti si conviene; anzi gli deono cosí i servidori trattare, in quel che possono, come essi da loro trattati sono. Speri tu, se tu avessi o bella moglie o madre o figliuola o sorella che a Nicostrato piacesse, che egli andasse la lealtá ritrovando che tu servar vuoi a lui della sua donna? Sciocco se’ se tu il credi: abbi di certo che, se le lusinghe ed i prieghi non bastassono, che che ne dovesse a te parere, el vi s’adoperrebbe la forza. Trattiamo adunque loro e le lor cose come essi noi e le nostre trattano; usa il beneficio della fortuna, non la cacciare: falleti incontro e lei vegnente ricevi, ché per certo, se tu nol fai, lasciamo stare la morte la qual senza fallo alla tua donna ne seguirá, ma tu ancora te ne penterai tante volte, che tu ne vorrai morire. — Pirro, il qual piú fiate sopra le parole che la Lusca dette gli avea, avea ripensato, per partito avea preso che, se ella a lui ritornasse, di fare altra risposta e del tutto recarsi a compiacere alla donna, dove certificarsi potesse che tentato non fosse; e per ciò rispose: — Vedi, Lusca, tutte le cose che tu mi di’ io le conosco vere: ma io conosco d’altra parte il mio signore molto savio e molto avveduto, e ponendomi tutti i suoi fatti in mano, io temo forte che Lidia con consiglio e voler di lui questo non faccia per dovermi