Pagina:Boccaccio - Decameron di Giovanni Boccaccio corretto ed illustrato con note. Tomo 5, 1828.djvu/173

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lume con grazia o con misericordia si vede, ma con irrevocabile e severa giustizia, continuo, con grave danno di chi, sentendo, il conosce, si vede acceso. Ma senza dubbio la mia stanza, com’io già dissi, ha troppo di più durezza che questa, in tanto che, se lieta speranza, che certa di miglior vita vi si porta, non aiutasse e me e gli altri che vi sono a sostener pazientemente la gravezza di quella, quasi si poria dire che gli spiriti, li quali sono immortali, ne morrebbono. E acciocchè tu parte ne intenda, sappi che questo mio vestimento, il quale t’ha, poscia che ’l vedesti, fatto maravigliare, perciocchè mai per avventura simile, quando io era tra voi, nol mi vedesti, e che solamente vi pare che a coloro che ad alcuno onore sono elevati più che ad alcuni si convenga d’usare, non è panno manualmente tessuto, anzi è un fuoco dalla divina arte composto si fieramente cocente, che ’l vostro è come ghiaccio, a rispetto di questo, freddissimo: e mugnemi sì e con tanta forza ogni umore da dosso, che a niuno carbone o a niuna pietra divenuta calcina mai nelle vostre fornaci non fu così dal fuoco vostro munto: perchè alla mia sete tutti i vostri fiumi insieme adunati, e giù per la mia gola volgendosi, sarebbono un piccol sorso: e di ciò due cose mi sono cagione. L’una è lo insaziabile ardore ch’io ebbi de’ danari mentre io vissi, e l’altra è la sconvenevole pazienza con la quale io comportai le scellerate e disoneste maniere di colei, della qual tu vorresti d’aver veduta esser digiuno: e questo basti al presente d’aver ragionato della durezza del luogo della mia dimora, alla quale veramente quella noia che qui si sostiene, se non intanto che questa è dan-