Pagina:Boccaccio - Decameron di Giovanni Boccaccio corretto ed illustrato con note. Tomo 5, 1828.djvu/223

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combattendo le città e le castella, o con le spade in mano insieme uccidersi: non è così: non è costei così crudele nè così perfida, come mostra che tu creda, ch’ella voglia bene agli uomini perchè s’uccidano. E che farebb’ella del sangue, che, morendo l’uomo, vermiglio si versa? La sua sete è del digesto, che i vivi e sani possono senza riaverlo prestare. Quella prodezza adunque che le piace, niuno la sa meglio di me. Ella non s’usa nelle piazze, nè ne’ campi, nè su per le mura, nè con corazze indosso, nè con bacinetti in testa, nè con alcuno offendevol ferro; ella s’usa nelle camere, ne’ nascosi luoghi, ne’ letti e negli altri simili luoghi acconci a ciò, dove senza corso di cavallo o suon di tromba di rame alle giostre si va a pien passo, e colui tiene ella che sia Lancelotto, o vuogli Tristano, Orlando, o Ulivieri di prodezza, la cui lancia per sei, o per otto, o per dieci aringhi la notte non si piega in guisa che poi non si dirizzi. Questi così fatti, se eglino avessono già il viso fatto come il saracin della piazza, ama ella sopra ogni altra cosa, e questi cotali sommamente commenda, e oltremodo le piacciono. Perchè, se gli anni non t’hanno tolta l’usata virtù, non ti dovevi per prodezza disperar di piacerle, come facesti, credendo tu ch’ella volesse che tu fossi l’Amaroldo d’Irlanda. Della sua gentilezza già in parte parlato ho, la quale ella dice che antica le piace: in che io t’accerto che, come che nelle precedenti cose assai bene è vero, secondo le dimostrazioni fatte, ella abbia il suo piacer dimostrato, in quello ella non sa che si dire, siccome colei che niuno sentimento ha di gentilezza, che cosa sia, nè donde proceda, nè chi dir si deb-