Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/132

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128 il filocolo

luogo e tempo ti parrá di ferire allo scoperto, copertamente fieri, sempre intendendo bene a coprire te, piú che al ferire molto l’avversario, infino a tanto che tu vegga lui stanco e fievole, e al di sotto di te, ché allora non si vogliono i colpi risparmiare. E guardera’ti bene che per tutto questo niente del campo ti lasci torre, perciò che con vergogna sarebbe e con danno. Né ti lasciare abbracciare, se forte non ti senti sopra le gambe: la qual cosa se avviene, non volere troppo tosto sforzarti d’abbatterlo in terra, ma tenendoti ben forte lascia affannar lui, il quale quando alquanto affannato vedrai, piú leggiermente potrai allora mettere le tue forze e abbattere lui. E sopra tutte le cose ti guarda degli occulti inganni: i tuoi occhi e il buono avviso continuamente te ne ammaestrino. E niuno romore o di lui o del circustante popolo ti sgomenti, ma senza alcuna paura ti mostra vigoroso; e sovente la tua parte sia aiutata dal grido: e il nemico vedendoti ognora piú vigoroso, dubiterá della tua vittoria, però che ben ti seggiano l’armi indosso e bellissimo e ardito ti mostrano, piú ch’altro cavaliere giá è gran tempo vedessi». Florio con disiderio ascoltava queste parole, notandole tutte, e volontieri vorrebbe allora essere stato a’ fatti, e molto gli noiava il picciolo spazio di tempo che a volgere era, e molto in se medesimo si gloriava veggendosi armato; e disse ad Ascalione: «Caro maestro, niuna vostra parola è caduta, ma da me debitamente ritenute, le credo, ove il bisogno sani, mettere in effetto; ma caramente vi priego che v’armiate, e vengano i cavalli, e andiamo, però che giá mi pare che le stelle, che sopra l’orizzonte orientale salivano nel coricare del sole, abbiano passato il cerchio della mezza notte».

Cominciassi ad armare Ascalione, e mentre ch’e’ s’armava, Florio andava per l’ostiere ora correndo ora saltando d’una parte in altra, e tal volta con la celestiale spada faccenda diversi assalti. Alcuna volta prendeva la lancia per vedere com’egli la potesse alzare e abbassare al bisogno, lanciandola talora; e queste cose cosí destramente faceva, come se alcuna arme impedito non l’avesse, avvegna che Amore la maggior