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152 il filocolo

mutato il doloroso pianto in amoroso riso, non curandosi del pericolo nel quale essere le pareva. Ella dimandava sovente: «O cavaliere, che è di Florio? Quando è che voi lo vedeste?». E ogni volta al nominar Florio, piú forte piangeva. E Florio le rispondeva: «Giovane donzella, in veritá, che la passata sera il vidi, e con lui dimorai per grande spazio di tempo in Montorio, lá ove io poi il lasciai faccendo sí grandissimo pianto e duolo di ciò che addivenuto t’è, che niuna persona il poteva né può racconsolare. Egli chiaramente mi pregò che io dovessi qui senza dimoro venire a liberarti da questo pericolo; ed egli sdenza fallo ci sarebbe venuto, se non che io nol lasciai, però che io credo fermamente che se egli ti vedesse in tale maniera, forza sarebbe che egli o per grave doglia morisse, o per quella il natural senno perdesse. Ma molto ti manda pregando che tu ti conforti per amore di lui, e che tu il tenga a mente, sí come egli fa te, ché mai per bellezza d’alcuna altra giovane non ti poté né crede poter dimenticare». Assai piacevano a Biancofiore queste parole, e molto in se stessa se ne confortava, e poi fra sé diceva: ‛Deh, chi è questo sí caro amico di Florio, che qui al mio soccorso è venuto? Or nol conosco io? Io soglio conoscere tutti coloro che amano Florio’. E mentre questo tra sé ragionava, sempre guardava l’armato cavaliere nel viso, e quasi alcuna ricordanza le tornava d’averlo altre volte veduto; ma l’angoscia e la paura che per lo petto le si volgevano e per la mente, non lasciavano all’estimativa comprendere niuna vera fazione di Florio: e, d’altra parte, egli per l’armi e per le lagrime aveva nel dilicato viso perduto il bel colore, il quale mai, avanti che a Montorio andasse, non s’era nel cospetto di Biancofiore cambiato. E volendo ella dimandare del nome Massamutino apparve al campo tutto armato con due compagni, ciascuno a cavallo sopra altissimo destriere, l’uno de’ quali un forte scudo avanti gli portava, nel quale un lione rampante d’oro in uno azzurro campo risplendeva, e l’altro una corta lancia e grossa, con un pennoncello a simigliante arme: per la qual cosa la gente cominciò tutta a gridare e a dare luogo, dicendo: «Ora