Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/157

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libro secondo 153


vedremo che fine avrà l’orgoglio del siniscalco»; e questo a Biancofiore tolse con subito tremore il non potere piú parlare al cavaliere. Ma Florio sì tosto come questo vide, bassata la visiera dell’elmo, disse: «O giovane, fatti sicura che il tempo della tua libertà è venuto»; e voltato al forte iddio e ad Ascalione, disse: «O somma deità ascosa nella vermiglia luce, e tu, o caro compagno, ecco l’avversario mio: alla battaglia non può essere piú indugio. Io vi priego che questa giovane vi sia raccomandata, sì che, mentre combatterò, alcuna ingiuria fatta non le fosse». E dette queste parole, ripresa la sua lancia, si fermò, quivi aspettando Massamutino con sicuro core.

Massamutino non fu prima in sul campo, che egli si fece chiamare alquanti de’ sergenti, quelli in cui piú si fidava, e così pianamente disse loro: «Sì tosto come voi vedrete che la gente starà tutta attenta a vedermi combattere col cavaliere, che difender vuole questa falsa femina, e voi allora prestamente la prenderete e gitteretela nel foco, acciò che, se io ho vittoria, noi ce ne siamo piú tosto ispediti, e se io non avessi vittoria, che per la mia poca forza non perisca la giustizia». I sergenti risposero che ciò senza alcuno fallo sarebbe fatto. Allora il siniscalco prese lo scudo e la lancia, e cavalcò tanto che davanti a Florio pervenne, a cui egli disse così: «O villan cavaliere, ecco chi abbasserà la tua superbia; e se tu contro alla vera sentenza, data giustamente sopra la persona di questa iniqua e vil femina qui presente, vuoi dire alcuna cosa, io sono venuto per farti con la mia spada riconoscere il tuo errore». A cui Florio rispose: «Iniquo traditore, la mia spada non taglia peggio che la tua, e quella gola per la quale tu menti, oggi il provera, sí come io credo; e in ciò gl’iddii m’aiutino, sí come campione e difenditore della verità, e però tra’ti adietro, e, quanto vuoi, del campo prendi, ché se’ armato, e l’offenderti non mi si disdirà».

Senza piú parole ciascuno si trasse adietro quanto a lui piacque, acconciandosi ciascuno per offendere l’altro. Ma certo la paura del misero Icaro, volante piú alto che il mezzo termine imposto dal maestro padre, non fu tale quando sentì la scaldata