Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/161

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libro secondo 157

giá della sua luce tratta, lo trascinò, insanguinando il piano con le sue piaghe; al quale, quivi giunto, disse: «Malvagio e iniquo traditore, se tu vuoi a noi di te porgere alcuna pietá, narra davanti a tutto questo popolo in che maniera il veleno, del quale questa innocente giovane fu accagionata, fu mandato davanti al re». A cui il siniscalco cosí rispose: «Poscia che gl’iddii v’hanno questa vittoria conceduta, e piace loro che la veritá sia manifesta, io, la cui vita è nelle vostre mani, avvegna che poca rimasa me ne sia, il vi dirò sí come potrò. Fatemi dirizzare in piè e sostenere, acciò che io stando alquanto alto possa essere da tutti udito e veduto». Fecelo Florio sostenere a’ suoi sergenti medesimi, ed egli cosí incominciò a dire:

«Egli è vero, o signori, che ancora non è gran tempo, io amai sopra tutte le cose del mondo Biancofiore, e amandola molto, pregai il re, mio naturale signore, che gli piacesse di congiugnerla meco per matrimonial legge, il quale liberamente mi promise di farlo; ma poi dicendo ad essa che me per marito dar le voleva, ella rispose che sí vile uomo com’io era mai in suo potere non l’avrebbe, e che da ciò la dilungassero gl’iddii; e poi piangendo, gittandoglisi a’ piedi, il pregò che gli piacesse che non la mi desse: onde egli mosso a pietá di lei, che l’amava come figliuola, disse: «Non piangere, che io nol ti donerò». Io, risapendo queste cose, molto mi turbai, e quello amore ch’io le portava si convertí in odio, e sempre pensai com’io vituperosamente la potessi o far morire o fare che cacciata fosse; onde iermattina celebrandosi la gran festa della nativitá del re, io feci cuocere e segretamente avvelenare quel pavone, il quale io poi a lei feci portare alla real mensa; e questo feci acciò che ella venisse a questa morte, dalla quale questo cavaliere vincendomi l’ha campata».

Guardossi assai il siniscalco di non dire alcuna cosa del re, perciò che campare credeva e non voleva rimanere nella disgrazia sua; e di ciò fu bene contento Florio, che la iniquitá del suo padre non fosse si manifestamente saputa. Ma