Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/316

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312 il filocolo

Tarolfo: che se egli tanto l’amava quanto mostrava, ella voleva da lui un dono, il quale come l’avesse ricevuto, giurava per i suoi iddii, e per quella leanza che in gentile donna dee essere, che ella farebbe ogni suo piacere; e se quello ch’ella dimandava, donare non le volesse, ponessesi in core di non stimolarla piú avanti, per quanto egli non volesse che essa questo manifestasse al marito. E il dono ch’ella dimandò fu questo. Ella disse che volea del mese di gennaio, in quella terra, un bel giardino e grande, d’erbe e di fiori e d’alberi e di frutti copioso, come se del mese di maggio fosse, tra sé dicendo: ‛Questa è cosa impossibile, e io mi leverò costui da dosso in questa maniera’. Tarolfo, udendo questo, ancora che impossibile gli paresse e che egli conoscesse bene perché la donna questo gli dimandava, rispose che giá mai non riposerebbe né in presenza di lei tornerebbe, infino a tanto che l’addimandato dono le donerebbe. E partitosi della terra con quella compagnia che a lui piacque di prendere, tutto il ponente cercò per avere consiglio di potere pervenire al suo disio; ma non trovandolo, cercò le piú calde regioni, e pervenne in Tesaglia, dove per sí fatta bisogna fu mandato da discreto uomo. E quivi dimorato piú giorni, non avendo ancora trovato quello che cercando andava, avvenne che essendosi egli quasi del suo avviso disperato, levatosi una mattina avanti che il sole s’apparecchiasse d’entrare nell’aurora, incominciò tutto soletto ad andare per lo misero piano che giá fu tutto del romano sangue bagnato. Ed essendo per grande spazio andato, egli si vide davanti a’ piè d’un monte un uomo, non giovane né di troppa lunga etá, barbuto, e i suoi vestimenti giudicavano lui dovere essere povero, picciolo di persona e sparuto molto, il quale andava cogliendo erbe e cavando con un picciolo coltello diverse radici, delle quali un lembo della sua gonnella aveva pieno. Il quale quando Tarolfo vide, si maravigliò e dubitò molto non altro fosse; ma poi che la stimativa certamente gli rendé lui essere uomo, egli s’appressò a lui e salutollo, dimandandolo appresso chi fosse e donde, e quel che per quel luogo a cosí fatta ora