Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/354

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350 il filocolo

culte vie, e cosí le mette in effetto. Vero è che voi dite che la pulcella, come disiderosa di cosa che mai non provò, a questo sia piú sollecita che la vedova, che quello che è conosce: ma egli è, di ciò che voi dite, il contrario. Le pulcelle a tale effetto per diletto non corrono le prime volte, però che egli è loro piú noia che piacere, avvegna che quella cosa che diletta quante piú fiate si vede o ode o sente, piú piace, e piú è sollecito ciascuno a seguirla: questa cosa di che noi ragioniamo non segue l’ordine alla maniera di molte altre, che, vedute una volta o due, piú non si cercano di vedere, anzi quante piú volte in effetto si mette, tante e con piú affezione è cercato di ritornarvi, e piú disidera colui la cosa a cui ella piace, che colui a cui ella dee piacere, né ancora n’ha gustato. Però la vedova, con ciò sia cosa che ella doni meno, e piú le sia il donare agevole, piú sará liberale, e piú tosto che la pulceIla, che donare dee la piú cara cosa ch’ella ha. Ancora sará piú la vedova tirata, sí come mostrato abbiamo, a tale effetto che la pulcella: per le quali cagioni ammisi piú tosto la vedova che la pulcella.»

Quistione X.

Convenne, appresso a Feramonte, ad Ascalione proporre, il quale in cerchio dopo lui sedeva, e cosí disse: «Altissima reina, io mi ricordo che fu giá nella nostra cittá una bella e nobil donna rimasa di valoroso marito vedova, la quale per le sue mirabili bellezze era da molti nobili giovani amata, e, oltre a molti, due gentili e valorosi cavalieri, ciascuno quanto poteva l’amava. Ma per accidente avvenne che ingiusta accusa di costei fu posta da’ suoi parenti nel cospetto del nostro signore, e, appresso, per iniqui testimoni provata: per le quali inique prove ella meritò d’essere al foco dannata. Ma però che la coscienza del dannatore era perplessa, però che le inique prove quasi conoscere gli parea, volendo agl’iddii e a’ fortunosi casi la vita di quella commettere, cotale condizione