Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/408

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404 il filocolo

levate sí come tu vedi, ti nasconderò. Quivi tacitamente dimorerai tanto che coricata e dormire la vedrai, e poi che addormentata sará, siati lecito di fare il tuo disio. Sono certa ch’ella, destandosi nelle tue braccia, diverrá piena di paura avanti che ti conosca, ma poi veggendoti e conoscendoti, la paura a poco a poco partendosi, dará luogo moderatamente all’allegrezza, e cosí l’uno e l’altro dubbioso pericolo fuggiremo. Se altro forse avvenisse, io vi sarò assai vicina, e lei caccerò col mio parlare d’ogni errore». Piacque a Filocolo questo consiglio, ancora che grave gli paresse il dovere tanto aspettare. Per che Glorizia in quella camera il menò, e sotto grave giuramento promettere si fece che egli piú avanti non faria che quello che ella gli aveva consigliato. E partitasi da lui e serratolo dentro, dove era Biancofiore se ne venne.

Trovò Glorizia Biancofiore sopra un letto d’una sua compagna bocconi giacere piena di malinconia e di pensieri, e quasi tutta nell’aspetto turbata, a cui ella cominciò cosí a dire: «O bella giovane, che pensieri sono questi? Qual malinconia t’occupa? Leva su, non sai tu che oggi è giorno di festeggiare e non di pensare? Giá tutte le tue compagne hanno i fiori e le rose ricevute e fanno festa, e te solamente aspettano; leva su, vienne; non sono tutti i giorni dell’anno ugualmente da dolersi». A cui Biancofiore rispose: «Madre e compagna mia, a me sarieno da dolere tutti i giorni dell’anno s’egli n’avesse molti piú che non n’ha, e massimamente questo nel quale noi siamo, ché se della memoria non t’è uscito, in tal giorno nacqui, io, e colui similmente per cui mi doglio. Non ti torna egli a mente che questo giorno l’empio re suo padre ci soleva insieme di bellissimi panni e drappi vestire, e solevano della nostra nativitá fare maravigliosa festa? E ora in prigione da lui lontana, non sappiendo che di lui si sia, né m’essendo possibile vederlo, né di lui alcuna novella udire, non credi tu che mi vadano per la mente i dolorosi accidenti, che avvenire possono e avvengono tutto giorno a’ viventi? Ora che so io se il mio Florio vive? E similmente che so io se egli m’ha messa in oblio per amore