Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/409

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libro quarto 405

d’una altra giovane? Che so io se mai lo debbo rivedere? Come, pensando io queste cose, pensi tu che io possa lieta dimorare, o fare come l’altre fanno festa? Con ciò sia cosa che, qualunque di queste avvenisse, io non vorrei piú vivere e pure conosco tutto esser possibile ad avvenire: ma certo s’io sapessi pure a che fine gl’iddii mi debbono recare, io avrei alcuna cagione di conforto, se buona la sentissi. Elli m’hanno lungo tempo con la speranza c’ho avuta nelle loro parole con meno dolore nutricata, ma ora veggendo che ad effetto non vegnono, tutto il dolore, che per adietro a poco a poco dovea sentire, raccolto insieme tutto mi tormenta: per che parendomi che gl’iddii come gli uomini abbiano apparato a mentire, piú di piangere che di far festa m’è caro». Queste parole udite, Glorizia cominciò a parlare: «Bella figliuola, assai delle tue parole e di te mi fai maravigliare. Come hai tu opinione che Dio possa mentire giá mai, con ciò sia cosa ch’egli sia sola veritá? Non escano piú da te queste parole, ma credi fermamente ciò che t’è da lui promesso, doverti essere osservato: ma alla persona che molto disia, ogni brieve termine par lungo. Credi tu, perché tu sia qui poco piú d’un anno dimorata, essergli però uscita di mente, e ch’egli non ti possa bene le sue promesse attenere? Anzi sia certa che quanto piú dimori senza riceverle, tanto piú t’appressi a doverle prendere. E non voglia Iddio che sia ciò che tu di Florio pensi, che morte, o altro amore che il tuo, l’abbia occupato o l’occupi mai. Di questo ti rendi certa: che egli vive, e amati e cercati, e di qua entro ti trarrá sua, se non m’inganna l’opinione che ho presa d’una nuova visione, che nel sonno di lui e di te questa notte m’apparve. A queste parole si dirizzò Biancofiore dicendo: «O cara madre, dimmi che vedesti?». «Certo» rispose Glorizia, «e’ mi pareva vedere nella tua camera il tuo Florio esser venuto, non so per che via né per che modo, e parevami che egli avesse indosso una gonnella quasi di colore di vermiglie rose, e sopra essa un drappo, il cui colore quasi simigliante mi pareva a’ tuoi capegli, e parevami tanto lieto, quanto io mai lo vedessi,