Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/492

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488 il filocolo

tua madre, donai, non per mia voglia? Ma veramente mai amore per lui sospirare non mi fece: anzi giuro che se lecito fosse odiarlo, io chiederei di grazia agl’iddii che la sua memoria levassero di terra». Disse allora Filocolo: «Sariati caro vederlo?». A cui Biancofiore: «Certo sí, nella vostra grazia; e la cagione che a questo mi moveria non saria amore ch’io gli porti, ma sola pietá de’ suoi parenti, la vita de’ quali io reputo che simile a quella de’ vostri sia, con ciò sia cosa che egli a’ suoi unigenito sia, sí come voi ai vostri: voi per me lasciaste i vostri dolenti, ed egli senza alcuna colpa, ma per sospecione di me meritò la vostra ira. Amommi, e però fu tolto al padre. Ora che avria la fortuna fatto a lui nocente, se egli m’avesse odiata? Concedano gl’iddii e a voi e a me che da tutti siamo di buono amore amati, e se essere non può che amati siamo di qualunque amore, e amiamo noi ciascuno come si conviene. «Ottimamente parli» disse Filocolo, e io la mia grazia e la tua presenza gli renderò, certo della tua fede, della quale ben fui per adietro certo; ma noi amanti ogni cosa temiamo, e però odiai. Come Febo ne renderá il nuovo giorno, rendute grazie agl’iddii che prima di te mi diedero speranza buona, ti farò lui vedere, il quale per dolore in su questo poggio in fontana si convertí.»

Posaronsi la notte nel salvatico luogo sotto le tese tende, difesi da’ sopravvegnenti casi da’ loro sergenti; ma venuto il nuovo giorno, il duca, Ascalione e gli altri compagni insieme con Galeone furono a chiamare Filocolo, il qual levato, fece l’antico tempio mondare sí come l’altra volta, e fatto accendere fuochi sopra gli umidi altari, e fatti uccidere piú tori per salvazione di sé e de’ suoi compagni, con puro core offerse a’ fuochi le debite interiora di quelli, rendendo con queste voci grazie de’ ricevuti beneficii: «O sommo Giove, governatore dell’universo con ragione perpetua, e tu, o santa Giunone, la quale con felice legame congiugni e servi i santi matrimonii, e tu, o Imeneo, degno ed eterno testimonio di quelli, lodati siate voi! Ora per voi sento pace, e ho la lunga sollecitudine abbandonata, perciò che gli occhi miei veggono ciò che per