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Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/519

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libro quinto 515

brot fosse disceso Belo primo re degli Assiri, il cui figliuolo Nino era stato primo travalicatore de’ patrimoniali termini, con mano armata soggiogandosi l’oriente. E disse ciò che Semiramis aveva giá fatto, e degli altri ancora successori ciò che vi fu notabile, e come per trecento re, l’uno succedente all’altro, il reame era pervenuto a mano di Sardanapalo, il quale i bagni e gli ornamenti delle camere e il dilicato dormire e i piacevoli cibi trovò, al quale Ciro re di Persia tolse il regno, e similmente a Baldassar, di Nabucodonosor re di Babillonia successore, insieme con Dario re de’ Medi, e a’ Medi saggiogato rimase. Né lasciò a dire che il regno de’ Medi cominciò sotto Arbato, e che Arbato fu il primo re, e dopo il settimo re pervenne ad Alessandro, e similmente quello de’ Persi, del quale Ciro fu il principio e Dario fine, tra l’uno e l’altro avuti undici re, il quale Alessandro discese da’ greci re, de’ quali il primo fu Saturno cacciato da Giove. E mostrò ancora loro da costui, lasciante a Tolomeo quello per ereditá, essere ricominciato il regno degli Egizii, finito poi nel tempo di Cleopatra per la forza de’ romani, che ’l soggiogarono; e narrò come degli argivi il primo re fu Inaco, e de’ Lacedemoni Foroneo, primo donatore di legge a’ suoi popoli. E non di meno mostrò a che tempo l’antica Tebe s’era edificata, e chi fossero i suoi re, e sotto cui distrutta. E similmente della gran Troia, e de’ suoi reali e della sua distruzione disse. Né mise in oblio di narrare Giano essere d’Italia stato il primo re, e Romolo di Roma, contando di quella le notabili edificazioni. E disse d’Agialeo stato primo re de’ Sicioni. E molte altre cose recitò laudevoli intorno a quelle, del giudaico popolo: mostrando ancora i diversi errori di molti erranti e non sapienti, che e come agli idoli sacrificare s’era pervenuto dagli antichi, abbandonata la diritta via. Ma parendogli delle vecchie cose avere assai detto, quelle lasciando disse: «Giovani, ciò che davanti detto avemo poco è a quello, che dire intendiamo, necessario di sapere, ma vuolsi credere, ed è introducimento a ciò che dirvi credo appresso: e però ascoltate e con diligenza notate le mie parole».