Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/100

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fuori di cotale dubbio. E già però esso non ci sarà tanto lontano, che noi nol possiamo ben sovente vedere. Ond’io, caro signore, vi priego che questa malinconia cacciate da voi prendendo sanza indugio questo rimedio -.

Piacque al re il consiglio della reina, il quale giovare non dovea ma nuocere, però che quanto più si strigne, il fuoco con più forza cuoce; e poi ch’egli sopra ciò ebbe lungamente pensato, le rispose che ciò farebbe, però che altra via a tal pericolo fuggire non vedea. Ma, oh quanto fu tale imaginazione vana, con ciò sia cosa che durissimo sia resistere alle forze de’ superiori corpi, avvegna che possibile! Venus era nell’auge del suo epiciclo, e nella sommità del differente nel celestiale Toro, non molto lontana al sole, quando ella fu donna, sanza alcuna resistenza d’opposizione o d’aspetto o di congiunzione corporale o per orbe d’altro pianeto, dello ascendente della loro natività; il saturnino cielo, non che gli altri, pioveva amore il giorno che elli nacquero. Oimè, che mai acqua lontana non spense vicino fuoco! Ove credea il re potere mandar Florio sanza la sua Biancifiore, con ciò fosse cosa che ella era continuamente nel suo animo figurata con più bellezza che il vero viso non possedea, e quello che prende e lascia amore era sempre con Biancifiore? I corpi si doveano allontanare, ma le menti con più sollecitudine si doveano far vicine. Niuna cosa è più disiderata che quella che è impossibile, o molto malagevole, ad avere. Per quale altra cagione diventò il gelso vermiglio, se non per l’ardente fiamma costretta, la quale prese più forza ne’ due amanti costretti di non vedersi? Chi fece Biblide divenir