Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/99

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Molto fu la reina di quelle parole dolente, e quasi lagrimando ne ’l dimostrò; ma, dopo poco spazio, con pietoso aspetto disse: Caro signore, non è per questo accidente da disperarsi, nè degl’iddii nè della fortuna, però che non è mirabile cosa se Florio s’è della bellezza della vaga giovane inamorato, con ciò sia cosa che egli sia giovanissimo e continuamente con lei dimori, e ella sia bellissima giovane e piacevole. E non è dubbio che, se questo amore s’avanzasse, come voi dite che egli è cominciato, che noi potremmo dire che ’l nostro figliuolo fosse vivendo perduto, pensando alla piccola condizione di Biancifiore. Ma quando le piaghe sono recenti e fresche, allora si sanano con più agevolezza che le vecchie già putrefatte non fanno. Secondo le vostre parole, questo amore è molto novello, e sanza dubbio egli non può essere altramente e simigliantemente gli amanti novelli sono, nè mai altro fuoco non li scaldò; e però questo fia lieve a spegnere seguendo il parer mio, nè niuna più legger via ci è che dividere l’uno dall’altro; la qual cosa in questa maniera si può fare. Florio, già ne’ santi studii dirozzato, è da mettere a più sottili cose; e voi sapete che noi abbiamo qui vicino Ferramonte, duca di Montoro, a noi per consaguinità congiuntissimo, e in niuna parte del nostro regno più solenne studio si fa che a Montoro. Noi possiamo sotto spezie di studio mandar Florio là a lui, e quivi faccendolo per alcuno spazio dimorare, gli potrà agevolemente della memoria uscir questa giovane, non vedendola egli. E come noi vedremo che egli alquanto dimenticata l’aggia, allora noi gli potremo dare sposa di real sangue sanza alcuno indugio, e così potremo essere agevolmente