Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/153

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dolore affannato, cadde e quivi in presenza di tutti morì. Onde il re con furioso atto gridando: Chi ha la nostra vita con veleno voluta abreviare? -, e gittata in terra la tavola che davanti a lui era, si dirizzò, e comandò che subitamente Biancifiore e ’l siniscalco e Salpadin fossero presi, però che di loro dubitava che alcuno d’essi tre avvelenare l’avesse voluto co’ suoi compagni. O sommo Giove, or non potevi tu sostenere che quel cibo avesse ingannato lo ’ngannatore, avanti che la innocente giovane tanta persecuzione ingiustamente sostenesse? Or tu sofferesti che i tuoi compagni fossero co’ membri umani tentati alla tavola di Tantalo, quando a Pelopo, perduto l’omero, fu rifatto con uno d’avorio; e similemente sostenesti che il misero Tireo fosse sepoltura dell’unico suo figliuolo! Erati così grave per giusta vendetta abbagliare lo iniquo senso del re Felice? Ma tu forse per fare con gli avversi casi conoscere le prosperità, pruovi le forze degli umani animi, poi con maggior merito guiderdonandoli.

Furono presi i tre sanza niuno dimoro con noiosa furia, e messi in diverse prigioni. Ma poi che Biancifiore fu subitamente presa, niuno fu che mai parlare le potesse, nè ella ad altrui. Del siniscalco e di Salpadin furono le scuse diligentemente intese, e per innocenti in brieve lasciati, mostrando il siniscalco davanti a tutta gente con false menzogne Biancifiore e non altri avere tal fallo commesso. Di questo ciascuno si maravigliò, non potendo alcuno pensare nè credere che Biancifiore avesse tal malvagità pensata; ma pure il manifesto presentare del paone facea a