Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/164

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gli usati vestimenti significanti letizia, circundata di mortine e coronata delle liete frondi di Pennea, e stare sopra li miei altari a te manifestamente visibile; e coronerotti della acquistata vittoria; e di queste cose dette, fa che in alcuna non falli per alcuno accidente; nè per parole che Ascalion ti dicesse, da questa impresa ti rimanghi -. E dette queste parole, lasciata nella destra mano di Florio la sopradetta spada, si partì subitamente tornando al cielo.

Tanto fu a Florio più il dolore delle vedute cose che l’allegrezza della futura vittoria a lui promessa da Venere, che piangendo elli forte, e veggendo partire la santa dea, rompendosi il debile sonno, si destò, e subitamente si dirizzò in piè, trovandosi il petto e ’l viso tutto d’amare lagrime bagnato, e nella destra mano la celestiale spada: di che quasi tutto stupefatto, conobbe essere vero ciò che veduto avea nella preterita visione. E tornandogli a mente la sua Biancifiore e della cagione per che da lei avea ricevuto il bello anello, e della virtù d’esso, piangendo il riguardò dicendo: Questo fia infallibile testimonio alla verità -; e riguardandolo, il vide turbatissimo e sanza alcuna chiarezza. Allora cominciò Florio il più doloroso pianto che mai veduto o udito fosse, mescolato con molte angosciose voci, dicendo: O dolce speranza mia, per la quale io infino a qui in doglia e in tormenti mi sono contentato di vivere sperando di rivederti in quella allegrezza e festa che io già molte volte ti vidi, quale avversità ti si volge al presente sopra? Or non bastava alla invidiosa fortuna d’averci dati tanti affannosi sospiri allontanandoci, se ella ancora con mortal sentenza non ci vuole dividere, e porgerci