Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/168

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paone in mano, e vidiglielo portare per comandamento altrui alla reale mensa ove voi sedevate; e dopo questo vidi e udii il gran romore che si fece, aveggendosi la gente dello avvelenato paone, e lei vidi furiosamente mettere in uno cieco carcere; e ancora dopo lungo consiglio vidi scrivere il processo della iniqua sentenza, che dare si dee domattina contra di lei. E queste cose tutte vedeste voi, nè me ne dicevate niente. Ma io ne ringrazio gl’iddii che mostrate le m’hanno, e datomi vero aiuto e buono argumento a resistere alla crudel sentenza e ad annullarla, sì com’io credo fare con questa spada in mano, la quale Venere mi donò per la difensione di Biancifiore. E se il potere mi fallisse, intendo di volere anzi con esso lei in un medesimo fuoco morire, che dopo la sua morte dolorosamente vivendo stentare -. - Oimè, dolce figliuolo - disse Ascalion, - che è quello che tu vuoi fare? Per cui vuoi tu mettere la tua vita in avventura? Deh, pensa che la tua giovane età ancora è impossibile a queste cose, e massimamente a sostenere l’affanno delle gravanti armi. Deh, riguarda la tua vita in servigio di noi, che per signore t’aspettiamo, e lascia dare i popolareschi uomini a’ fati. Tu vuoi combattere per Biancifiore, la quale è femina di piccola condizione, figliuola d’una romana giovane, alla quale essendo stato ucciso il suo marito, per serva fu donata alla tua madre. Ma tu forse guardi al grande onore che tuo padre l’ha fatto per adietro, e quinci credi forse ch’ella sia nobilissima giovane: tu se’ ingannato, però che questo non le fu fatto se non perchè ella fu tua compagna nel nascimento. Non è convenevole a te amare femina di sì piccola condizione;