Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/17

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LIBRO PRIMO 5

cavalli al sedecimo grado del celestiale Montone pervenuto, e nel quale il glorioso partimento del figliuolo di Giove dagli spogliati regni di Plutone si celebrava, io, della presente opera componitore, mi ritrovai in un grazioso e bel tempio in Partenope, nominato da colui che per deificare sostenne che fosse fatto di lui sacrificio sopra la grata; e quivi con canto pieno di dolce melodia ascoltava l’uficio che in tale giorno si canta, celebrato da’ sacerdoti successori di colui che prima la corda cinse umilemente esaltando la povertade e quella seguendo. Ove io dimorando, e già essendo secondo che ’l mio intelletto estimava la quarta ora del giorno sopra l’orientale orizzonte passata, apparve agli occhi miei la mirabile bellezza della prescritta giovane, venuta in quello luogo a udire quello che io attentamente udiva: la quale sì tosto com’io ebbi veduta, il cuore cominciò sì forte a tremare, che quasi quel tremore mi rispondeva per li menomi polsi del corpo smisuratamente; e non sappiendo perchè, nè ancora sentendo quello che egli già s’immaginava che avvenire gli dovea per la nuova vista, incominciai a dire: oimè, che è questo? e forte dubitava non altro accidente noioso fosse. Ma dopo alquanto spazio, rassicurato, un poco presi ardire, e intentivamente cominciai a rimirare ne’ begli occhi dell’adorna giovane; ne’ quali io vidi dopo lungo guardare Amore in abito tanto pietoso, che me, cui lungamente a mia istanza avea risparmiato, fece tornare, disideroso d’essergli per così bella donna, subietto. E non potendomi saziare di rimirare quella, così cominciai a dire:

Valoroso signore, alle cui forze non poterono re-