Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/16

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4 FILOCOPO

timamente gli promise d’ornare la sua fronte di reale corona del fruttifero paese, se la maladetta pianta del tutto n’estirpasse. Non fece il valoroso giovane disdetta a sì fatta impresa, ma, disideroso di dare a sè e a’ suoi simile scanno, chente i predecessori aveano avuto, si mise con vigorose forze all’ammirabile impresa; e in breve tempo colla sua forza e colli promessi aiuti la recò a fine, posando il suo soglio negli addomandati regni, avendo annullati i nemici di Giunone con proterva morte; e quivi nuova progenie generata, stato per alquanto spazio, rendè l’anima a Dio. Quegli che dopo lui rimase successore nel reale trono lasciò appresso di sè molti figliuoli, tra’ quali uno, nominato Ruberto nella reale dignità constituito rimase, integramente coll’aiuto di Pallade reggendo ciò che da’ suoi predecessori gli fu lasciato. E avanti che alla reale eccellenza pervenisse, costui, preso del piacere d’una gentilissima giovane dimorante nelle reali case, generò di lei una bellissima figliuola; benchè volendo di sè e della giovane donna servare l’onore, con tacito stile sotto nome appositivo d’altro padre teneramente la nutricò, e lei nomò del nome di colei che in sè contenne la redenzione del misero perdimento che avvenne per l’ardito gusto della prima madre. Questa giovane come in tempo crescendo procedea, così di mirabile virtù e bellezza s’adornava, patrizzando così eziandio ne’ costumi, come nell’altre cose facea; e per le sue notabili bellezze e opere virtuose più volte facea pensare a molti che non d’uomo ma di Dio figliuola stata fosse. Avvenne che un giorno, la cui prima ora Saturno avea signoreggiata, essendo già Febo co’ suoi