Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/199

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stanotte mi dicesti, sanza dubbio ti credo, ben che infino a qui molto dubitato n’abbia che vere non fossero le tue parole -.

Così parlando e seguendo il celestiale cavaliere, pervennero al luogo dove le calde fiamme erano accese; e passati nel gran cerchio che il siniscalco avea già fatto fare dintorno al fuoco, si fermarono per vedere se alcuno dicesse loro alcuna cosa. Ciascuno che nel piano era, veduta questa rossezza nel piano subitamente venuta, e non sappiendo che si fosse, dubitava, e niuno ardiva d’appressarsi; ma chi nel piano entrava, non sappiendo di che, avea paura. Ma il siniscalco, che con rivolta redina avea ripreso il secondo cerchio maggiore per dare maggiore spazio a’ sergenti, veduta la nuova luce, cominciò ad aver paura, molto in sè maravigliandosi e dubitando non questo fosse alcun segnale che gl’iddii avessero mandato in significanza della salute di Biancifiore. Ma pure per non parere meno che ardito e per non isgomentare gli altri, passò avanti con non più sicuro animo che Cassio in Macedonia contra Ottaviano, veduta la figura di Cesare vestita di porpore venire contro a lui, tanto che pervenne ad esso sanza far motto, e a’ due cavalieri che appresso gli stavano i quali Biancifiore molto di lontano avea veduti, e’ con rabbiosa voce disse: Signori, traetevi adietro -. Allora Marte, rivolto a Florio, disse: O giovane coperto delle nuove armi, ecco colui il quale tu dei oggi recare a villana fine; questi fia campione contra la verità: e veramente ha meritato ciò che da te riceverà, però che egli è colui che mise in effetto l’ordinato male da’ tuoi parenti: rispondigli, nè per lui di questo luogo ti muovere -.