Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/220

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valoroso iddio. E appresso rivestiti di bianchissimi vestimenti se n’andarono al tempio di Venere, ivi molto vicino, tutti soletti e quello fatto aprire, uccise con la sua mano un giovane vitello, le cui interiora con divota mano ad onor di Venere mise negli accesi fuochi. Le quali cose faccendo Florio, per tutto il tempio si sentì un tacito mormorio dopo il quale fu sopra i santi altari veduta la santa dea coronata d’alloro, e tanto lieta nel suo aspetto, quanto mai per alcuno accidente fosse veduta, e con sommessa voce così cominciò a dire: O tu, giovane sollecito difenditore delle nostre ragioni, agl’iddii è piaciuto che io ti debbia porgere la corona del tuo triunfo, acciò che tu per inanzi ne’ nostri servigii e nelle virtuose opere prenda migliore speranza, e più ferma fede nelle nostre parole -; e detto questo, con le propie mani presa la corona del suo capo, ne coronò Florio. Allora Florio, in sè di tanta grazia molto allegro, cominciò così a dire: O santa dea, per la cui pietà tutti coloro che a’ loro cuori sentono i dardi del tuo figliuolo, come io fo, sono mitigati, quanto il mio potere si stende, tanto ti ringrazio di questo onore, il quale tu con la divina mano porto m’hai. Ma però che più la tua potenza che ’l mio valore adoperò nella odierna battaglia, io di questa corona al tuo onore ornerò i tuoi altari -. E questo detto, trattasi la corona della testa, sopra i santi altari con grandissima reverenza la pose, e dirizzossi; e uscito del santo tempio, niuno altro in Montoro ne rimase che da lui visitato non fosse, e onorato con degni sacrificii. La qual cosa fatta, egli e Ascalion, tornati al palagio del duca così freschi come