Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/228

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ma, palesata, le più volte lievemente si sana. E però non celare a me quella cosa la quale questo dolore ti porge, però che io disidero donarviti secondo il mio potere intero conforto, e liberartene -.

Dopo alquanto spazio Florio alzò il lagrimoso viso, e così allo aspettante duca rispose: Il dolce adimandar che voi mi fate e ’l dovere mi costringono a rispondervi e a manifestare quello ch’io credea che manifesto vi fosse. E però ch’io spero che non sanza conforto sarà il mio manifestarmivi, dal principio comincerò a dirvi la cagione de’ passati dolori e de’ presenti, posto che alquanto le lagrime, le quali io non posso ritenere, mi impediscano. Ne’ teneri anni della mia puerizia, sì come voi potete sapere, ebbi io continua usanza con la piacevole Biancifiore, nata nella paternale casa meco in un medesimo giorno, la cui bellezza, i nobili costumi e l’adorno parlare generarono un piacere, il quale sì forte comprese il mio giovinetto cuore, che io niuna cosa vedea che tanto mi piacesse. E di questo piacere era multiplicatore e ritenitore nella mia mente un chiarissimo raggio, il quale, come strale, da arco mosso, corre con aguta punta all’opposito segno, così da’ suoi begli occhi movendo termina nel mio cuore, entrando per gli occhi miei: e questo fu il principale posseditore in luogo di lei. E con ciò sia cosa che questi ogni giorno più la fiamma di tal disio aumentasse, in tanto la crebbe, che convenne che di fuor paresse, e scopersemisi allora lei non meno di me che io d’essa essere innamorata. Nè questo fu lungamente occulto per li nostri sospiri, di ciò dimostratori al nostro maestro, il quale più volte con gravi riprensioni