Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/298

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poco avanti io tornai da Montoro, e ivi da cara persona e degna di fede udii essere da Florio la tua morte disiderata e ordinata in qualunque maniera più brievemente potesse. E domandando io della cagione, mi rispose che ciò avviene per lo velo il quale da Biancifiore ricevesti, la quale Biancifiore egli più che alcuna cosa del mondo ama; e per questo è di te in tanta gelosia entrato, che se egli vedesse che Biancifiore con le propie mani ti traesse il cuore, forte gli sarebbe a credere che ella ti potesse se non amare. E adunque, acciò che questo amore cessi, egli cerca d’ucciderti: però per lo mio consiglio tu al presente lascerai il paese, e pellegrinando per le strane parti, te della tua salute farai guardiano. Tu puoi manifestamente conoscere te non essere possente a resistere al suo furore: dunque anzi tempo non volere perire, ma la tua giovane età ti conforti di poter pervenire a miglior fine che il principio non ti mostra. La fortuna ha subiti mutamenti, e avviene alcuna volta che quando l’uomo crede bene essere nella profondità delle miserie, allora subito si ritrova nelle maggiori prosperità -. A cui Fileno piangendo così rispose: Oimè, or che farà Florio ad uno che l’abbia in odio, se a me che l’amo ha pensata la morte? - A cui quelli rispose: Amerallo! Le leggi d’amore sono variate da quelle della natura in molte cose: in tale atto niuno volentieri vuole compagno. Nè per te fa di cercare gli altrui pensieri, ma pensare del tuo bene. Posto che Florio similmente volesse uccidere uno che odiasse Biancifiore, se’ tu però fuori del pericolo? Certo no: dunque pensa alla tua salute -. - Oimè! - disse Fileno - dunque lascerò io Marmorina e