Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/299

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la vista di Biancifiore? -. - Sì - gli rispose quelli, - per lo tuo migliore -. Disse Fileno: Certo io non conosco che vantaggio qui eleggere si possa se solo una volta si muore. Buono è il vivere, ma meglio è tosto morire che vivendo languire, e cercare la morte, e non poterla avere -. - Non è - disse l’amico - a chi vive sperando nella potenza degl’iddii, come avanti ti dissi, però che le future cose ci sono occulte. E in qualunque modo si vive è migliore che il morire. Ogni cosa perduta, volendo l’uomo valorosamente operare, si può ricuperare, ma la vita no: però ciascuno dee essere di quella buono guardiano -. - Certo - disse Fileno - a chi può prendere speranza, e sperando aspettare, non dubito che di guardare la sua vita egli non faccia il migliore, che volere per un subito dolore morire. Ma come posso io così fare, che non tanto partendomi, ma solamente pensando ch’io mi deggia partire dalla vista del bel viso di Biancifiore, mi sento ogni spirito combattere nel cuore e domandare la morte, e l’anima, che sente questa doglia e questa tempesta, si vuol partire? -. A cui colui rispose: Non sono cotesti i pensieri necessarii a te, però che a coloro che in simile caso sono che se’ tu, conviene che facciano della necessità diletto. Tu vedi che tu se’ costretto di partire: non imaginare di prendere etterno essilio, ma imagina che per comandamento di Biancifiore, per cui non ti sarebbe grave il morire, se avvenisse ch’ella tel comandasse, tu sii mandato in parte onde tu tosto tornerai. Questa imaginazione t’aiuterà e faratti più possente a sostenere gli affanni della partita infino a tanto che tu poi, ausato, li sappia sostenere sanza tanta noia -. A cui Fileno disse: Questo che tu mi di’ m’è impossibile, però che