Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/301

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conviene che tu vada in essilio. Or che vita sarà la tua? Sarà dolente; ma certo io non la voglio lieta. Io conosco Biancifiore turbata, e scoprirmi il falso amore, mostrando nel viso d’avermi per adietro ingannato. Io mi fuggirò del suo cospetto, e fuggendomi piacerò a Florio e a lei, l’amore de’ quali m’era occulto quando m’innamorai. Il velo da lei ricevuto sarà sola mia consolazione e della mia miseria". E, questo in se medesimo diliberato, volontario essilio, seguendo il consiglio del suo amico, prese occultamente.

Quando Apollo ebbe i suoi raggi nascosi, e l’ottava spera fu d’infiniti lumi ripiena, Fileno con sollecito passo piglia la sconsolata fuga. Egli nella dubbiosa mente, uscito di Marmorina, non sa essaminare qual cammino sia più sicuro alla sua salute, ma del tutto abandonato a’ fati, piangendo pone le redine sopra il portante cavallo, e piangendo abandona le mura di Marmorina, con gli occhi rimirando quelle infino che licito gli è. Ma poi che l’andante cavallo lui carico di pensieri ebbe tanto avanti trasportato, che più non gli fu licito di vedere la sua città, egli con più lagrime incominciò ad intendere al suo cammino. E primieramente veduto l’uno e l’altro lito di Bacchiglione, pervenne alle mura costrutte per adietro dall’antico Antenore, e in quelle vide il luogo ove il vecchio corpo con giusto epitafio si riposava. Ma di quindi passando avanti, in poche ore pervenne alle sedie del già detto Antenore, poste nelle salate onde, nell’ultimo seno del mare Adriano: e in quel luogo non sicuro, salito in picciolo legno ricercò la terra. E pervenuto all’antichissima città di Ravenna,