Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/324

Da Wikisource.

fra loro che mai sì mirabile cosa non era stata veduta. Elli comandarono che di presente i loro tesori fossero tutti aportati davanti al re; i quali venuti in grandissima quantità, così dissero: Signore, sanza altro mercatare, de’ nostri tesori prendete quella quantità che a voi piace, chè noi non sapremmo a così nobile e preziosa cosa porre pregio alcuno -. - Assai mi piace - rispose il re. E di quelli prese quella quantità che a lui parve e l’altra rendè loro. E essi, contenti di ciò che fatto avea il re, sopra tutto ciò che preso avea, gli donarono una ricchissima coppa d’oro, nel gambo e nel piè della quale con sottilissimo artificio tutta la troiana ruina era smaltata, cara per maesterio e per bellezza molto. Dopo i ricevuti tesori, il re con sommessa voce così parlò a’ mercatanti: A voi conviene, poi che comperata avete costei, sanza niuno indugio dare le vele a’ venti, nè più in questi paesi dimorare, non forse nuovo accidente avvenisse per lo quale il vostro e mio intendimento si sturbasse -. Dissero i mercatanti: Signore, comandate alla giovane, poi che nostra è, che con noi ne venga, che noi non l’avremo prima sopra la nostra nave, che essendo il tempo ben disposto, come elli ci pare che sia, che noi prenderemo nostro cammino e sgombreremo i vostri porti, però che per noi non fa il dimorare -.

Voltossi allora il re a Biancifiore, e disse: Bella giovane, a me ricorda che quando davanti mi recasti nella festa della mia natività il velenato paone, io giurai per lo sommo Iddio e per l’anima del mio padre, e promisi al paone che in brieve tempo io ti mariterei a uno de’ grandi baroni del mio regno: però, volendo osservare il mio voto, t’ho maritata, e il tuo