Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/338

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ami e che le tue lagrime da giusta pietà procedono; ma piacciati confortarti, chè impossibile mi pare che sì leale amore gl’iddii rechino ad altro fine, che a quello che tu e esso disiderate -.

Poi che i mercatanti furono alcuni giorni riposati, e il tempo parve al loro cammino salutevole, risaliti con Biancifiore sopra l’usato legno, a’ venti renderono le vele, e con tranquillo mare infino all’isola di Rodi se n’andarono. Quivi il tempo mostrando di turbarsi, scesero in terra, e con Bellisano, nobilissimo uomo del luogo, per più giorni dimorarono. E Biancifiore, ricevuta dalle paesane non come serva, ma come nobilissima donna, da tutte fu onorata, e, mentre quivi dimorarono, da tutte confortata fu, dandole speranza di futuro bene. Ma ritornato la terza volta il tempo da’ padroni dimandato, in su la nave risalirono. E già la nuova luna cornuta di sè gran parte mostrava, quando essi allegri pervennero a’ dimandati porti, ove il cammino e la fatica insieme finirono.

Quivi pervenuti, dico che al vento tolsero le vele e dierono gli aguti ferri a’ tegnenti scogli, e con fido legame fermarono la loro nave. E di quella con grandissima festa discesi, ringraziando i loro iddii, cercarono la città, e in quella con la bella giovane entrati, da Dario alessandrino furono graziosamente non sanza molto onore ricevuti, e massimamente Biancifiore. E in questo luogo per alquanti giorni dimorati, vi venne un signore nobilissimo e grande, il quale era amiraglio del possente re di Bambillonia, e per lui quel paese tutto sotto pacifico stato possedea. Il quale, come la bella nave vide, fece a sè di quella venire i padroni, e li dimandò qual fosse la loro mercantantia,