Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/366

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del loro futuro cammino entrati in diversi ragionamenti, Florio così cominciò a parlare: Cari amici, quanto la potenza del mio padre sia grande è a tutto il mondo manifesto, e similemente che io gli sia figliuolo, e il grande amore che io ho portato e porto a Biancifiore è da molti saputo: per la qual cosa nuovo dubbio m’è nell’animo nuovamente nato. Noi non sappiamo certamente in che parte Biancifiore sia stata portata, nè alle cui mani ella sia venuta, onde io dico così: s’egli avvenisse che noi forse portati dalla fortuna pervenissimo là ove Biancifiore fosse, tale persona la potrebbe avere, che sentendo il mio nome, di noi dubiterebbe, e lei occultamente terrebbe infino che nel luogo dimorassimo, e massimamente i mercatanti, che di qui la portarono. E se forse lei possente persona tenesse, sentendomi nel suo paese, ragionevolemente m’avrebbe sospetto, e di quello o mi caccerebbe, o in quello forse occultamente m’offenderebbe, o lei guardando da’ nostri agguati, con maggiore guardia serverebbe: per la quale cosa, acciò che ’l mio nome non possa porgere ad alcuni temenza, o insidie a noi, mi pare che più non si deggia ricordare, ma che in altra maniera mi deggiate chiamare; e il nome il quale io ho a me eletto è questo: Filocolo. E certo tal nome assai meglio che alcuno altro mi si confà, e la ragione per che, io la vi dirò. Filocolo è da due greci nomi composto, da "philos" e da "colon"; e "philos" in greco tanto viene a dire in nostra lingua quanto "amore" e "colon" in greco similemente tanto in nostra lingua risulta quanto "fatica": onde congiunti insieme, si può dire, trasponendo le parti, fatica d’amore. E in cui più fatiche d’amore