Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/136

Da Wikisource.

da Bellisano, il quale, amando di perfetto amore Ascalion, in ogni atto s’ingegnava di piacergli.

Essendosi questi riposati alcun giorno, Bellisano domandò Ascalion se licito era ch’egli sapesse la cagione della loro venuta, ché a lui molto saria il saperlo a grado. A cui Ascalion, con piacere di Filocolo, interamente narrò la verità della loro venuta. Le quali cose udendo, Bellisano tutto nell’aspetto divenne stupefatto, dicendo: Sanza fallo e’ non sono passati sei mesi che Biancifiore fu con gli ausonici mercatanti in questa casa, avvegna che poco ci dimorasse. E essi ne la portarono in Alessandria, per intendimento di venderla all’amiraglio, il quale di giorno in giorno vi si attendeva, secondo che essi mi dissero: che essi facessero, niuna novella poi ne seppi. Ma se gl’iddii di lei ogni vostro piacere certamente adempiano, ditemi chi fu quella giovane e come avvenne che per danari alle mani de’ mercatanti venisse -. Disseli allora Ascalion come ucciso Lelio e presa pregna Giulia era stata, e come Biancifiore e Florio in un giorno nati erano, e come innamorati e separati, per paura di quello che ad effetto si dovea recare, erano dal padre stati, e i pericoli corsi a Biancifiore, e ciò che per adietro era avenuto. Maravigliossi assai Bellisano, e domandò quale Lelio fosse stato il padre di Biancifiore. A cui Ascalion disse: Egli fu il nobile Lelio Africano, il quale a noi e agli altri stranieri soleva essere tanto grazioso mentre in Roma dimorammo -. Questo udendo, Bellisano appena le lagrime ritenne, dicendo: Oimè, or fu in casa mia la figliuola di colui a cui io fui più tenuto che ad altro uomo, e non la sovenni