Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/137

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d’aiuto? Ahi, maladetta sia la mia ignoranza, ch’io vi giuro, per l’anima del mio padre, che, se ciò che voi mi dite io avessi saputo, io ci avrei tutti i miei tesori donati, e ogni mia forza adoperata per poterla in libertà riducere, portandola poi, per merito de’ servigii ricevuti dal padre, in qualunque parte le fosse piaciuto. Ma non me lo reputino gl’iddii in peccato, che altro che per ignoranza non manco: e ella misera tutti i suoi infortunii mi disse, de’ quali io piansi con lei come gl’iddii sanno, né di cui figliuola stata fosse mai mi disse -. Allora disse Ascalion: Certi siamo di ciò che ne conti, e siamotene tenuti; ma consigliane, per quel singulare grado che tra te e me è già stato e è di vera amistà, che via noi dobbiamo tenere a ritrovare e a riavere ciò che cercando andiamo -. Bellisano gli rispose: Il consiglio e l’aiuto che per me si potrà, voi l’avrete. Io con esso voi verrò in Alessandria, dove io ho alcuni amici, i quali per amore di me vero aiuto e consiglio ci porgeranno, ché di qui, sanza vedere altro, male vi saprei consigliare -. A queste parole rispose Filocolo dicendo: Carissimo Bellisano, assai ci basterà se ad alcuno de’ tuoi amici per consiglio ci mandi sanza affannarti. Tu oramai pieno d’anni, più il riposo che l’affanno disiderare dei, e però ti ringrazio del buon volere -. Disse allora Bellisano: Fermamente da voi non fia sanza me tale cammino fatto, ché ancora che io sia anziano, son io a gravissime fatiche possente più che tali giovani. Io sono tenuto di mettermi alla morte per amore della giovane cui voi cercate, se io penso a’ ricevuti servigi dal più nobile padre che mai figliuola avesse. Ond’io vi priego che la mia compagnia, la quale assai