Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/144

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nella sinistra mano uno arco e nella destra saette, e pare a chiunque in quella passa che questi il voglia saettare; ma egli non ha gli occhi fasciati come molti il figurano, anzi gli ha quivi belli e piacevoli, e per pupilla di ciascuno è un carbuncolo, che in quella camera tenebre essere non lasciano per alcun tempo, ma luminosa e chiara come se il sole vi ferisse la tengono. Dintorno ad esso ne’ cari muri tutte le cose che mai per lui si fecero sono dipinte. Ne’ quattro canti di questa camera sono quattro grandissimi arbori d’oro, i cui frutti sono smeraldi, perle e altre pietre, e sì artificialmente sono composti, che come l’uomo con una verghetta percuote il gambo d’alcuno di quelli, niuno uccello è che dolcemente canti, che al cantare non sia udito, e ripercotendolo tacciono. In mezzo di questa camera sopra quattro leoni d’oro, una lettiera d’osso d’indiani elefanti dimora, guarnita con letto chente a sì fatta lettiera si richiede, chiuso intorno da cortine, le quali io non crederei mai poter divisare quanto siano belle e ricche. Né alcuno piacevole odore è, o confortativo, che in quella entrando l’uomo non senta soavemente odorando. In questa camera, in questo così nobile letto dorme sola Biancifiore: e questa grazia singulare più che l’altre riceve, perché di bellezza e di costumi avanza ciascuna altra, ben che l’altre molto onorevolemente dimorano ciascuna nella sua camera. Ma nella sommità di questa torre è uno dilettevole giardino molto, nel quale ogni albero o erba che sopra la terra si truova, quivi credo che si troverebbe: e in mezzo del giardino è una fontana chiarissima e bella, la quale per parecchi rivi tutto il giardino bagna. Sopra