Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/184

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e riguardandolo le parea desso, e rallegravasi, e non credendolo, tutta di paura tremava.

In questa maniera Filocolo confortandola, e da lei la paura cacciando con vere parole, dimorarono alquanto. E ella in più modi accertatasi che desso era, cioè Florio, colui cui ella tenea in braccio, sospirando lo incominciò ad abbracciare e a baciare, tanto amorosamente e tanto lieta in se medesima, che appena le bastava a tanta letizia la vita; e così gli disse: O dolce anima mia, cosa impossibile a credere mi fai vedere; dimmi, per quegl’iddii che tu adori, come venisti tu qui? -. A cui Filocolo rispose: Donna mia, così ci venni come fu piacere degl’iddii. Non è bene, mentre ciascuno di noi si maraviglia, narrare il modo: ma rallegrati che sano e salvo, e più lieto ch’io fossi mai, nelle tue braccia dimoro -. - Di ciò mi rallegro io molto, ma io non posso fare ch’io non sia nella mia allegrezza impedita - disse Biancifiore, - pensando a qual pericolo tu per venire qui ti sii messo -. Rispose Filocolo: Poi che prosperevolemente gl’iddii hanno il mio intendimento recato al disiderato fine, di che tu ti dei rallegrare, non pensiamo più a’ passati pericoli, spendiamo il tempo più dilettevolemente, però che incerti siamo quanto conceduto ce ne fia, mentre nell’altrui mani dimoriamo -.

Cominciaronsi adunque i due amanti a far festa l’uno all’altro, e ciascuno i disiderati baci sanza numero s’ingegnava di porgere all’altro. Forte saria a potere esprimere la gioia e l’allegrezza di loro due: ma chi tal bene già per suoi affanni gustò, qual fosse il può considerare. E mentre in questa festa dimorano, Biancifiore