Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/214

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negli animi vostri: non siate tardi a mettere ad essecuzione quello che gl’iddii hanno incominciato. Essi vogliono la nostra vita forse ancora cara al mondo. Noi vivi nello oscuro nuvolo sanza niuna offesa dimoriamo, tenendo in mano ramo significante pace, lasciato a noi da divina mano: passate adunque qui dove noi siamo, e sciogliete i nostri legami, acciò che salvi dove voi siete, possiamo venire -.

Giungendo questa voce agli orecchi di Ascalion e degli altri, i quali veramente la conobbero, di tristizia gli animi subitamente spogliarono, di quella letizia rivestendogli, che Isifile nel dolore di Ligurgo si rivestì co’ riconosciuti figliuoli. E Ascalion, prima che alcuno, rispose: O fortunato giovane, il quale morto estimavamo, e per te noi tutti tuoi compagni morire disideravamo, multiplica con la verità la nostra letizia e dinne per la potenza de’ tuoi iddii se tu se’ vivo come ne parli, o se alcuno spirito, volendoci dal fermo volere levare, parla per te nelle accese fiamme: acciò che, se tu vivi, solliciti la tua salute cerchiamo, e se non, la proposta morte prendiamo sanza più stare -.

Conobbe Biancifiore la voce del suo maestro e così rispose: O caro maestro, rallegrati, e credi fermamente ciò ch’io ti parlo: il tuo Florio e io viviamo nelle cocenti fiamme da niuna cosa offesi. Ond’io ti priego per quello amore che già mi portasti, la nostra liberazione affretta, acciò che di noi la paura si parta, e possiamo con voi di tale pericolo campati rallegrarci. Io ardo più di vederti che non fanno le accese legne preste per li nostri danni. Gl’iddii benivoli a noi ci hanno graziosa fortuna promessa per inanzi, e sanza