Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/215

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fallo salute: però il vivere vi sia caro -.

Odono Ascalion e i suoi compagni la voce della graziosa giovane, e riconfortati con immenso vigore aspettano francamente qualunque novità, ragionando diverse cose co’ chiusi amanti, infino che altra cosa appaia, più nella pietà degl’iddii omai sperando, che nelle loro forze.

Mentre i cavalieri rallegrati ragionando si stanno accosto alla buia nuvola, la quale in niuno modo cede a chi vuole oltre passare se non come un muro, levandosi da dosso ciascuno le molte saette, di che più che dell’armi erano caricati, e avendo cura e di loro e delle loro piaghe, le quali non medicavano, ma di ristrignerle per meno sangue perdere s’ingegnavano, Ircuscomos col braccio tagliato, e con molti altri feriti e non feriti pervennero all’amiraglio; a cui Ircuscomos disse: Signore, vedi come sopravenuti nimici n’hanno conci! -. A cui l’amiraglio disse: Or chi sono costoro, o quanti, o che domandano? -. Ircuscomos rispose: Signore, io non ne vidi se non forse sei o otto contra tutta la nostra moltitudine combattenti, faccendo d’arme cose incredibili a narrare: chi essi sieno io non so, né per che venuti, ma io estimo che per la salute del giovane, il quale io credo che morto sia, venuti sieno -. - Come credi che morto sia, - disse l’amiraglio, - non l’hai tu veduto? Egli è sì grande spazio, che voi li metteste nel fuoco per mio comandamento! -. - Certo - rispose Ircuscomos - mirabil cosa de’ condannati è similemente avvenuta, che non fu più tosto il fuoco acceso, che il fummo si rivolse tutto a noi, e sanza salire ad alto, sì come sua natura li sortì,