Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/216

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quivi dintorno ad essi si fermò, e, come fortissimo muro, a uomini, a saette e a lance privò il passare dentro a’ due, e similemente il potere essere veduti: dintorno al quale dimorando noi, ingegnandoci di nuocere a coloro che dentro v’erano, sopravennero coloro che così n’hanno conci, come parlato v’abbiamo. Egli è con loro un uomo di smisurata grandezza, il quale con la sua vista spaventa sì chi ’l vede, che ciascuno piglia la fuga sanza volervi più tornare. E brievemente io non credo che nella gran prateria sia alcuno rimaso, se non morto, de’ quali gran quantità credo che v’abbia; e de’ condannati quello che se ne sia, dire non vi so più inanzi -.

L’amiraglio ascolta queste cose, e infiammasi, udendo, d’ardentissima ira. E poi che Ircuscomos tacque biasimando il vile popolo e’ molti cavalieri, turbato si leva del loro cospetto, e andando sanza riposo per la sua camera torcendosi le mani e strignendo i denti, giura per gli immortali iddii di far morire gli assalitori de’ suoi cavalieri. E uscito fuori, con fiera voce comanda ogni uomo essere ad arme, e sanza indugio seguirlo. Egli s’arma e monta sopra un forte cavallo; e Alessandria tutta commossa, e ciascuno sotto l’armi, chi lieto e chi dolente, chi a piè e chi a cavallo, ciascuno il seguita, e furiosi ne vanno verso il prato, faccendo con diversi romori di trombette, di corni e d’altri suoni significanti battaglia e con voci tutto l’aere risonare. E pervenuti vicini al prato, già quasi essendo per entrarvi dentro, niuno cavallo era che a forza del cavalcante non voltasse la testa, e quasi sanza potere essere ritenuto, fino alla città tornava correndo. A ciascuno uomo così s’arricciavano i capelli in capo,