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234 FILOCOLO

donarono al mare, furono date le bianche vele, né prima si calarono, che i porti di Rodi l’ebbero in sé raccolte, dove ad istanza de’ preghi di Bellisano, Filocolo e Biancofiore e i compagni discesero in terra, e quivi da lui più volonteroso che potente magnificamente furono onorati; e non solamente da esso, ma da tutti i paesani per amore di lui ricevettero volonteroso onore. Piace a Filocolo il partirsi, lodando che i beni della fortuna s’usino quando gli concede. Bellisano s’apparecchia di seguirlo, ma Filocolo conoscendolo attempato, e di riposo bisognoso che d’affanno, ringraziandolo, con preghi il fa rimanere, e non senza molte lagrime. Filocolo desiderando d’adempiere la promessa fatta a Sisife, comanda che l’estrema parte di Trinacria sia colla prora de’ suoi legni cercata: le vele si tendono, e i temoni fanno alle navi segare le salate acque con diritto solco verso quella parte, aiutandole il secondo vento; ed in pochi giorni, lasciatisi indietro gli orientali paesi, pervennero al dimandato luogo: e date le poppe in terra, con breve scala scesero sopra le secche arene: e venuti al grande ostiere di Sisife, da lei onorevolemente e con viso pieno di festa ricevuti furono. Ella niuna parte di potere si riserbò ad onorarli, anzi ancora sforzandosi le pareva far poco: e dimorata con loro in graziosa festa più giorni, e sentendo che per matrimonial legge erano i due giovani congiunti, cioè la cercata e ’l cercatore, cui essa, secondo le parole di Filocolo, fratello e sorella stimava, si maravigliò, e con umile preghiera domandò che in luogo di singular grazia come ciò fosse le fosse scoperto: a’ cui preghi Filocolo con riso rispose, e prima chi essi erano, e