Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/317

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successore, insieme con Dario re de’ Medi, e a’ Medi soggiogato rimase. Né lasciò a dire che il regno de’ Medi cominciò sotto Arbato, e Arbato fu il primo re, e dopo il settimo re pervenne ad Alessandro, e similemente quello de’ Persi, de’ quali Cirro fu principio e Dario fine, tra l’uno e l’altro avuti undici re, il quale Alessandro discese de’ greci re, de’ quali il primo fu Saturno, cacciato da Giove. E mostrò loro ancora da costui, lasciante a Tolomeo quello per eredità, essere ricominciato il regno degli Egiziaci, finito poi nel tempo di Cleopatra per la forza de’ romani, che ’l soggiogarono; e narrò come degli Argivi il primo re fu Inaco, e de’ Lacedemoni Foroneo, primo donatore di legge a’ suoi popoli. E non di meno mostrò a che tempo l’antica Tebe s’era edificata, e chi fossero i suoi re, e sotto cui distrutta. E similemente della gran Troia e de’ suoi reali e della sua distruzione disse. Né mise in oblio di narrare Iano essere d’Italia stato primo re, e Romolo de’ romani, contando di quella la notabile edificazione. E disse d’Agrileon stato primo re di Sitronia; e molte altre cose recitò laudevoli intorno a quelle, del giudaico popolo: mostrando ancora i diversi errori di molti erranti e non sappienti, che e come agl’idoli sacrificare s’era pervenuto dagli antichi, abandonata la diritta via. Ma parendogli delle vecchie cose avere assai detto, quelle lasciando disse: Giovani, ciò che davanti detto avemo poco è a quello che dire intendiamo, necessario di sapere, ma vuolsi credere, e è introducimento a ciò che dire vi credo appresso: e però ascoltate e con diligenza notate le mie parole -.

- Quanto sia stato nelle cinque età passate, vi credo