Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/316

Da Wikisource.

quali giudici, e chi fra loro con divina bocca parlasse, e di che, disse, e come elli disiderasse re e fosse loro dato, narrò infino a David. Qui alla terza età pose fine e cominciò la quarta, le avversità di David e le sue opere tutte narrando, dicendo all’altre principali come Micol acquistasse, e quello che per Bersabè operasse, né tacque d’Ansalon come morisse e per che, né della mirabile forza di Sansone, né della scienza di Salamone, mostrando com’egli a Dio il gran tempio di Ierusalem avea edificato, e con questa l’altre sue operazione tutte. E per consequente de’ suoi discendenti e degli altri prencipi successori disse ciò che stato n’era e che operato aveano: e de’ profeti stati per li loro tempi, infino che alla trasmigrazione di Bambillonia pervenne. Quivi la quinta età cominciò, della quale a dire niuna cosa lasciò notabile, infino alle gloriose opere de’ Maccabei, le quali furono non poco da commendare. E con tutto che egli queste cose del popolo di Dio narrasse, non mise egli in oblio però le notabili cose state fatte per gli altri di fuori da quello, ma per i suoi tempi ogni cosa narrò. Egli mostrò come di Nebrot fosse disceso Belo, primo re degli Assiri, il cui figliuolo Nino era stato primo prevaricatore de’ patrimoniali termini, con mano armata soggiogandosi l’oriente. E disse ciò che Semiramis avea già fatto, e degli altri ancora successori ciò che vi fu notabile, e come per trentotto re, l’uno succedente all’altro, il reame era pervenuto a mano di Sardanapalo, il quale i bagni e gli ornamenti delle camere e ’l dilicato dormire e i piacevoli cibi trovò, al quale Cirro, re di Persia, tolse il regno, e similmente a Baldassar, di Nabucdonosor, re di Bambillonia,