Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/315

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e de’ loro colori, e i cercamenti degli altrui paesi, e quali fossero i fedeli servatori de’ piaceri di Dio, e quali da quelli diviassero: né niuna notabile cosa lasciò a narrare che stata fosse infino a’ tempi del primo Patriarca. Qui posta alla prima e alla seconda età fine, della terza cominciò a parlare, e le cose state fatte da Abraam, dal fratello, dal figliuolo e dal nepote tutte disse, insieme con le vedute e udite da loro. E contando del duodecimo fratello, trenta danari dagli altri venduto, narrò le sue avversità e l’uscimento di quelle e ’l salimento alla sua gloria; e ’l passamento del popolo di Dio in Egitto di dietro a lui, e quello che qui operasse, e quanto i discendenti vi stessero, e sotto quale servitute mostrò aperto, infino alla natività di colui che, dell’acque ricolto, da Dio i dieci comandamenti della legge riceveo, da’ quali, quelle che noi oggi serviamo, tutte ebbero origine. E questo detto, seguì quanti e quali fossero i segni fatti nella presenza del crudo prencipe, che oltre al loro volere nella provincia d’Egitto gli tenea racchiusi. Né tacque come sotto la sua guida esso popolo, per dodici schiere passando il rosso mare, uscissero di quello con secco piede, avendo per pedoto la notte una colonna di fuoco e ’l giorno una nuvola, e similemente come, seguiti, gli avversarii nelle rosse acque rimasero. Mostrò ancora quanta e quale fosse la vita loro nel diserto luogo, e come, morto il primo legista, sotto il governo di Iosué rientrarono in terra di promissione, e quivi con quali popoli avessero le già cominciate battaglie, dicendo loro ancora con quanta reverenza trovata fosse e servata e riportata l’arca santa. E come lo sciolto popolo si reggesse, e sotto