Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/319

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Fu adunque la incarnazione, come detto v’ho, del Figliuolo di Dio, il quale poi glorioso nacque, acciò che poi passione e morte sostenendo le nostre colpe lavasse, e facessene possibili a salire a quella gloria donde ne cacciò disubidendo il primo padre, non perché Iddio non avesse con la sua parola sola potutone perdonare e rifarci degni, che bene avria potuto, però che nella sua potenza ogni cosa si richiude; ma egli fece questo acciò che più apertamente la benivolenza, la quale continua ha verso di noi, ne dimostrasse, e acciò che noi più pronti a’ suoi servigi ci disponessimo, veggendone tanto dono conceduto sanza averlo servito, ma più tosto diservito. Incarnato adunque costui, le leggi della presa carne seguendo, nove mesi nel ventre della Vergine fé dimora, la quale venendo con Giosep suo sposo, uomo di lunghissima età, il quale abandonare l’avea voluta per la non conosciuta pregnezza, se l’ammonizione dell’angelo non fosse, da Betelem in Ierusalem a pagare una moneta che dieci piccioli valesse, detta denaro, sì come Ottaviano avea mandato comandando, acciò che ’l numero de’ suoi sudditi sapesse, menando un bue e uno asino seco: il bue per vendere acciò che le spese sostentasse del parto, e l’asino per leviare l’affanno del cammino. Sentendo la Vergine il tempo del partorire, così andando, ad una grotta, la quale lungo la via era dove i viandanti soleano tal volta loro bestie legare per fuggire l’acque o’ caldi, o per riposo, entrarono, però che per li molti andanti ogni casa era presa. Quivi poveramente la notte si riposarono, la quale già mezza passata, la Vergine, così come con diletto carnale