Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/322

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natura ne umana natura operarsi, per poco non rimase d’incarnarsi. Dunque tante cose, e molte altre che avvennero, le quali a contare troppo saria lungo, mostrarono bene che il Creatore e Salvatore del mondo era nato: e se forse mirabile vi pare che tanto uomo in sì estrema povertà nascesse, la cagione vi tragga di maraviglia. Egli, signore di tutte le cose, è credibile che se voluto avesse, potea ne’ gran palagi, tra molti panni, nelle infinite dilicatezze, nascere, e avere molte balie; ma acciò che l’umiltà mostrasse a tutti dovere esser cara, così bassamente cercò di nascere, e per molte altre cagioni, le quali con più disteso stile ancora vi mostrerò, il fece. Nato adunque così costui, fu all’ottavo giorno della sua natività circunciso secondo la giudaica legge. E i tre re d’oriente con doni, seguendo la veduta stella, il vennero a visitare: e giunti in Ierusalem, Erode, re di quella, dimandarono di lui, il quale, non conoscendolo, e di lui dubitando, però che udito avea il re de’ Giudei dovere nascere, disse: "E’ non è qui, andate e trovatelo, e da me tornate, acciò che io, da voi sappiendo ove egli sia, vada e adorilo". I quali, usciti di Ierusalem, e riveduta la stella, in Betelem lo trovarono, e adoraronlo, e offersonli oro, incenso e mirra: e ammoniti nel loro sonno dall’angelo, per altra via nelle loro regioni tornarono. Il quarantesimo giorno venuto, fu offerto al tempio, e dal vecchio Simeone, la sua venuta aspettante, fu ricevuto, allora ch’egli incominciò: "Nunc dimittis etc.". Erode poi, veggendosi da’ tre re schernito, comandò che tutti i garzonetti di Giudea gli fossero presentati; ma Giosep, ammonito da divina ammonizione, col fanciullo e con la