Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/359

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ma mitigandola sì gli dicano che egli nella sua presenza venga, però che il re prima nol vedrà che egli si muterà d’animo, e il debito amore che tra loro dee essere sanza niuna sconcia parola o altro mezzo gli concederà. - Certo qualora il vecchio re - dicea la reina - vedrà la chiara giovanezza del figliuolo, egli lieto in se medesimo disidererà di piacergli, né niuna cosa sarà che egli a lui domandi, che esso non disideri di adempierla. Dunque venga, che molte cose a’ principali si concedono, le quali l’uomo non si vergogna di disdire a’ medianti -. Con molte altre parole ancora la reina conforta i messaggi che il figliuolo a venire dispongano, disposta, se egli non viene, d’andare lui a vedere ove ch’e’ sia.

Era già della notte gran parte passata, quando la reina da loro si partì, e essi molto onorati, sì come ella avea comandato, andarono a dormire. Il vecchio re, a cui il riposo più ch’altro porgea nutrimento alla debole vita, andato di grande spazio avanti a riposarsi, e rivolgendosi sopra i niquitosi pensieri, in quelli s’adormentò, e più fiso dormendo, sentì nella sua camera uno strepito grandissimo, simile a quello che suol fare squarciata nube: per che egli pieno di paura riscotendosi si svegliò, e la camera sua piena di mirabile splendore vide. E non sappiendo che ciò si fosse, prima ruina avendo temuta, e ora temendo fuoco, pavido cominciò a dire: Or che è questo? -. Ma poi che fuoco non essere il conobbe, con aguto viso cominciò a riguardare per la luce, nella quale, o perché ella fosse molta o perché la vista del re fosse poca, niuna cosa dentro vi discernea, ma bene udì alle sue parole rispondere: Io sono colui