Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/363

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nobile stirpe, a lui ignota nel principio dello innamoramento, discesa, e di lei un bellissimo figliuolo. Egli si vede, dopo molti pericoli, da tutti campato, nel suo regno salvo tornato. Egli si vede il vecchio padre e la cara madre, i quali egli appena credea ritrovare vivi. Egli si vede il molto popolo, e da tutti essere amato: e quello che sopra tutte queste cose gli è grazioso è che della setta de’ fedeli a Dio è divenuto, e con lui tutti i suoi seguaci. Nella quale letizia di tutte queste cose dimorando, chiamò a sé i cari compagni con lui stati nel lungo pellegrinaggio, de’ quali alcuno ancora alla sua casa non era tornato, e disse loro: Signori e cari amici, finito è il lungo cammino, il quale noi più anni è cominciammo: e, lodato sia Iddio!, non invano avemo camminato. Ma ben che io la disiderata cosa abbia acquistata, la vostra fatica, e la paura e l’affanno de’ corsi pericoli, non è stata meno, ne’ quali mai da voi non mi vidi diviso, ma solleciti sempre per levare me de’ mali voi volonterosi conobbi a sottentrarvi; le quali cose in me più volte pensate, con ragione mi vi conosco obligato. E però io qui giovane, e ancora sotto paterna potestate obligato, più lontano ch’io possa profferire non vi posso, ma a quello che per me si puote, tutto sono vostro, disposto a niuno pericolo né affanno rifiutare per voi già mai. E dopo questo, se mai avviene che la mia fronte sostenga corona, io sia chiamato re e voi governate e possedete il reame, del quale se il nome come l’utilità si può comunicare in molti, molto più sono contento che di quello ancora così com’io godiate: e dove tutto questo a satisfazione di tanto