Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/362

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la santa fede, sì come promesso aveano, e appresso loro tutto il marmorino popolo e l’altro rimanente del regno: al cui piacere il re si dispose in tutto. E fatto in una gran piazza ragunare la molta gente della città, tacitamente la predicazione di Ilario ascoltarono, dopo la quale il re prima e la reina appresso e tutta l’altra gente, uomini e femine, piccoli e grandi, presero da Ilario il santo lavacro. La qual cosa fatta, Florio per tutto il regno mandò legati a seminare la santa semenza, e per tutto mandò comandando che chi la sua grazia disiderasse, prendesse il battesimo, e abbattessero i fallaci idoli a reverenza fatti de’ falsi iddii: e de’ templi fatti a loro facessero templi al vero Iddio dedicati, e lui adorassero e temessero e amassero. Il cui comandamento non dopo molto tempo per tutto fu messo ad essecuzione.

Faccendosi della venuta di Florio la gran festa, Sara, a cui notificato fu, acciò che il suo voto adempiesse, una corona di grandissima valuta, venendo alla corte del suo signore, recò, e quella presentò a Biancifiore, la quale, di tanto dono ringraziandolo, benignamente la prese. E Messaallino, che il suo vanto non avea messo in oblio, i cari piantoni fece venire, e con lieto viso glieli presentò, a cui ella, ringraziandolo, disse mai ad albero sì fatte radici non avere vedute: ricca è la terra che le produce -. E in questa maniera la festa grande e notabile, ricominciata per lo preso lavacro, dura lungamente. E i paesani, che vedovi credeano rimanere di signore, ora riconfortati, lieti il riveggono.

Quanta l’allegrezza di Florio fosse, dire non si poria. Egli si vede la disiderata Biancifiore sposa, e di