Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/50

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amare, essendo da molti amata, ho proposto d’innamorarmi. E posponendo dall’una delle parti molti cercatori di tale amore, de’ quali alcuno di ricchezze avanza Mida, altri di bellezza trapassa Ansalon, e tali di gentilezza, secondo il corrotto volgare, più che altri sono splendenti, ho scelti tre, che igualmente ciascuno per sé mi piace: de’ quali tre, l’uno di corporale fortezza credo che avanzerebbe il buono Ettore, tanto è ad ogni pruova vigoroso e forte; la cortesia e la liberalità del secondo è tanta, che la sua fama per ciascun polo credo che suoni: il terzo è di sapienza pieno tanto, che gli altri savi avanza oltra misura. Ma però che, come avete udito, le loro qualità sono diverse, io dubito di pigliare, trovando nell’antica età ciascuna di queste cose avere diversamente i coraggi delle donne e degli uomini piegati, sì come Deianira d’Ercule, Clitemestra d’Egisto, e di Lucrezia Sesto. Consigliatemi, adunque, a quale io più tosto, per meno biasimo e per più sicurtà, io mi deggia di costoro donare -.

La piacevole donna avendo di costei la proposta udita, così rispose: Nullo de’ tre è che degnamente non meriti di bella e graziosa donna l’amore; ma però che in questo caso non sono a combattere castella, o a donare i regni del grande Alessandro, overo i tesori di Tolomeo, ma solamente con discrezione è da servare lungamente l’amore e l’onore, li quali né forza né cortesia serveranno, ma solo il sapere, diciamo che da voi e da ciascuna altra donna è più tosto da donare il suo amore al savio che ad alcuno degli altri -.

- Oh, quanto è il mio parere dal vostro diverso! - rispose