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92 | IL FILOSTRATO |
XXXV.
E’ si miravan con tanto disio,
Che l’un dall’altro gli occhi non torcea,
E l’uno all’altro diceva: amor mio,
Deh può egli esser ch’io con teco stea?
Sì cuor del corpo, mercè n’abbia Dio,
Sovente l’uno all’altro rispondea,
E strignendosi forte spessamente,
Si baciavano insieme dolcemente.
XXXVI.
Troilo spesso i begli occhi amorosi
Baciava di Griseida, dicendo:
Voi mi metteste nel cuor sì focosi
Dardi d’amor, de’ quali io tutto incendo;
Voi mi pigliaste ed io non mi nascosi,
Come suol far chi dubita, fuggendo;
Voi mi tenete e sempre mi terrete
Occhi miei bei nell’amorosa rete.
XXXVII.
Poi gli baciava e ribaciava ancora,
E Griseida ancora i suoi baciava;
Poi tutto il viso e ’l petto, e nessun’ora
Senza mille sospiri valicava,
Non de’ dolenti per cui si scolora,
Ma di que’ pii, pe’ quai si dimostrava
L’affezïon che giaceva nel petto,
E dopo quei rinnovava il diletto.